giovedì 27 dicembre 2007

L'esempio della Stefy

E insomma, la Stefy ci ha insegnato qualcosa oggi :) Vado a raccontare : noi donnine ce ne andiamo in giro alla ricerca del grande amore, di quello che ci fa palpitare ( o soffrire?? ), dell'ideale che abbiamo in testa, dell'uomo che dovrebbe ( e, sottolineo, dovrebbe ) renderci felici. Ma siamo veramente sicure di sapere cosa ci rende felici? Siamo veramente sicure che questi nostri ideali siano quello di cui abbiamo veramente bisogno? O si tratta solo di chimere che acuiscono le nostre mancanze interiori, senza veramente arricchirci? Questi uomini che dovrebbero colmare i vuoti che abbiamo, sono piu' vacui di una delle vallette di Gerry Scotti. Forse dovremmo riflettere sulla differenza tra l'avere qualcuno che ci sta accanto nella vita, e il pretendere che questo qualcuno colmi vuoti esistenziali che solo noi possiamo gestire. Insomma la differenza tra un genitore ed un compagno. Quanti di noi fanno l'errore di pretendere troppo da chi ci sta accanto? E` da questa pretesa che, secondo me, nascono i principi azzurri inarrivabili. Uomini salva-aggiusta-vita che poi non esistono e che quindi ci dobbiamo creare nella nostra testa, facendo errori madornali.Sono sicura che avere una persona accanto nella vita faccia la differenza, ma non deve fare TUTTA la differenza. Non chiediamo ad un uomo di aggiustare problemi che noi non sappiamo gestire. La nostra vita sta prima di tutto a noi. Vediamoli per quello che sono, esseri umani non principi azzurri. Che poi c'e' anche il problema post-principe azzurro : siccome siamo disilluse, diciamo che loro so' un po' limitati perche` sono maschi. Ma vederli, accettarli e viverli per quello che sono? Smettere di cercare il tipo con la camicetta in tono con i jeans e cercare il tipo con il cervello in tono con le parole? Ognuna di noi ha un ideale in testa ma, non so perche', sono sicura che i nostri ideali non ci renderanno mai felici. Smettiamo di cercare cio' che idealisticamente ci piace e guardiamo con occhi nuovi ( infondo e` cosi` che si chiama il blog ) anche gli "altri" ragazzi, quelli che non ci sembrano "all'altezza" del sogno, ma che forse ci possono regalare una bellissima realta' . Vero

martedì 11 dicembre 2007

si si, lo sto dimenticando!!

allora, festa di Natale della nostra scuola di Inglese. Io e la Paolina ci prepariamo psicologicamente a svegliarci presto di domenica mattina, piano per la giornata : forte ubriacatura e sano fancazzismo scaccia pensieri. Li` alla festa c'era anche io "mio" Matt ( leggete : Math, come dice lui quando si presenta :)). Il primo obbiettivo della giornata e` stato subito raggiunto : alle due del pomeriggio ero gia` completamente ubriaca !! :)
Io e la Paolina passiamo la giornata a chicchierare come pazze ( come dice lei, abbiamo fatto le asociali :)), a mangiare fette enormi di torta, bere vino e a divertirci.
A scadenza di un'ora, io me ne uscivo sempre con questa frase " si si, lo sto dimenticando, non soffro piu` per lui, sto andando avanti, non ci penso piu`, anzi ormai e` proprio acqua passata, mi sono gettata questa storia alle spalle, finito, dimenticato, caput, sono una donna nuova, nuovi obbiettivi, nuovi amori..." e chi piu` ne ha piu` ne metta ;) E la Paolina che mi ascoltava con pazienza, non facendomi ( troppo) notare che sempre di Matt ( Math) stavo parlando ;)
Con la Paola abbiamo passato ore a parlare tra di noi, senza mai stancarci di trovare nuovi argomenti, sempre interessate l'una delle idee dell'altra... e alla fine Math e` passato in secondo piano ( acqua passata, sono una donna nuova, si ricomincia da zero ecc.. ecc..) e il ricordo piu' bello di questa giornata sono le chicchiere tra me e lei.

domenica 11 novembre 2007

Nero D'avola e pizza al salamino piccante

Allora, cena di Italians organizzata a Londra dalla sottoscrtitta : tutti italiani che mancano da casa da un bel po' di tempo e che avevano voglia di una pizza come si deve; Dovevate essere li! Per ogni piatto di pasta che passava in sala, c'erano commenti di ammirazione quasi stessimo vedendo un'opera d'arte! il momento dei primi e' stato grandioso : tutti zitti a mangiare, l'unica cosa che potevi sentire era qualche mugolio di piacere, pare che la pizza sia (quasi) meglio del fare l'amore! E poi il dolce, io non ho resistito e ne ho presi due : tiramisu` e cannolo siciliano; In Italia non ce l'avrei mai fatta a mangiarli entrambi, ma qui sono andati giu` che una meraviglia!
E' stata proprio una bella serata, non solo ( buon ) cibo italiano, ma anche l'atmosfera era proprio italiana : le battute, gli scherzi e la calda atmosfera che solo gli italiani sanno trovare; Sappiamo stare bene insieme, creare armonia tra noi e "spendere" il tempo in un modo dolce e affettuoso. Tutte cose rare da trovare negli inglesi, loro hanno bisogno della birra per lasciarsi andare, noi siamo gia' rilassati dalla nascita! Il vino serve solo a scaldare l'atmosfera, ma il calore e l'allegria gia' ci sono in partenza, ce li portiamo da casa, e' qualcosa che ci accompagna ovunque andiamo.
Sono orgogliosa della nostra capacita` di goderci la vita, del nostro modo di stare insieme, vero, reale, mai artefatto fa false regole di etichetta, sempre sinceramente sentito.
Forse avro` visto un sacco di false regole (e persone false) anche in Italia, ma ora fatemi godere il momento e fatemi dire : W l`Italia, gli Italiani e il nostro modo di goderci la Vita!

domenica 14 ottobre 2007

....Salvatore mica scherza :)

Uomo del mio tempo. Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte,- t' ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu, con la scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all'altro fratello:"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sanguesalite dalla terra, dimenticate i padri: Le loro tombe affondano nella cenere,e gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Salvatore Quasimodo

....sempre Salvatore che sempre fa sul serio:)

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

Salvatore Quasimodo

sabato 13 ottobre 2007

L`Infinito del nostro Giacomo

Sempre caro mi fu quest'ermo colle e questa siepe che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi

vorrei un giorno poter tornare in Italia

Vorrei che l'Italia fosse il Paese maturo che merita di essere. Vedo i politici attaccarsi tra di loro, Storace contro Napolitano.... come si fa ad attaccare il Capo dello Stato ?
L'Italia rischia di affondare, stiamo perdendo un treno dopo l'altro, siamo preistorici, anti-moderni, persi in mille battaglie personali, senza pero` combattere quella piu` importante : la battaglia per salvare il Paese. La politica parla solo di se stessa, autoreferenziale e antidemocratica come non mai; Non sento mai parlare dei problemi dell'Italia, mai un accenno ad una soluzione, solo dibattiti e accuse reciproche. Faccio la "comparazione" ( scusate l'anglismo:)) con l'Inghilterra e la lotta sembra persa su tutti i fronti.
Qui se c`e` un problema se ne parla, a destra e a sinistra l'obbiettivo e`far funzionare il Paese.
E vi giuro che non e`poco. Discutono, questo si, e ogni tanto ironizzano sulle frasi dell'avversario, pero` si rispettano ed hanno un obbiettivo comune : l'Inghilterra.
Vorrei vedere negli italiani lo stesso orgoglio che hanno gli inglesi, vorrei non sentire parlare dell'Italia come il villaggio vacanze dell'Europa: un posto bellissimo dove passare le vacanze, ma se chiedi a qualcuno se vuole investire soldi nel Nostro Paese, la risposta e`: mica so` scemo! Vorrei che, quando parlo dell'Italia, non mi si rispondesse : spaghetti, pizza, Berlusconi e mafia.
Vorrei che ci si ricordasse di noi per Dante, Boccaccio, Da Vinci, Leopardi, il Rinascimento e tutte le meraviglie che abbiamo regalato al Mondo.
E poi vorrei poter tornare in Italia un giorno. Sono felice qui, Londra mi sta dando tutto quello che cercavo, ma mi sento senza scelta, perche` vivere in Italia adesso mi sembra improponibile.
Vorrei poter scegliere.

venerdì 5 ottobre 2007

il matrimonio

Lei sapeva che non era possibile, che sarebbe stato "troppo bello". Un sogno irrealizzabile, un`immagine che aveva nella mente, una passione racchiusa nel cuore, che vibrava nelle viscere. Forte, intensa, irraginata e irragionevole. Era li`, l'uomo che immaginava per se, che voleva avere accanto, quel tipo di persona che poteva amare tutta la vita,guardandolo vedeva una domanda a cui non poteva dare risposta. E` questo il mistero dell'amore, l'uomo che hai accanto ha qualcosa che non puoi spiegare, una caratteristica che a te manca, un mistero che non puoi svelare, allora rimane quella domanda aperta, quel mistero che non sai, e puoi andare avanti tutta la vita cercando di scoprire cos`e`, ma il bello e` non scoprirlo mai.
E` cosi` che l`amore ti cattura, con una domanda senza risposta.

giovedì 20 settembre 2007

intervista allo scrittore Haruki Murakami

Se Kafka vive a Tokyo

INTERVISTAÈ lo scrittore giapponese più discusso e ammirato della generazione '50. Il suo ultimo Umibe no Kafuka, per il New York Times è uno dei più bei libri degli ultimi anni. Misterioso, schivo, chi è davvero Haruki Murakami? Lui stesso lo racconta

di Stefania Viti

Figura, secondo il New York Times, tra i dieci libri più belli del 2005. Umibe no Kafuka (Kafka sulla spiaggia), il romanzo di Haruki Murakami che uscirà per Einaudi nella traduzione di Giorgio Amitrano, ha raggiunto un traguardo raro per un giapponese. Possibile, però, se parliamo di Murakami. Da Tokyo Blues-Norwegian Wood, Feltrinelli, che vent'anni fa lo lanciò sulla scena internazionale, a Tutti i figli di Dio danzano e Dance Dance Dance, Einaudi, scritto durante il soggiorno in Italia, i suoi libri sono ormai classici da milioni di copie in tutto il mondo. Scrittore visionario e surreale, amatissimo dai ragazzi, è accompagnato dalla fama di uomo schivo, misterioso, allergico a interviste e mondanità. E lui appare dal nulla, nella piccola stanza piena di libri nello studio di Aoyama, nel cuore di Tokyo. Haruki Murakami, classe 1949, è un uomo piccolo. Semplicissimo, in felpa e jeans blu. Sembra uno dei protagonisti dei suoi romanzi, storie sospese tra il sogno e la realtà; isole immaginarie, in cui simbolo e metafora diventano gli antidoti per la sopravvivenza a un mondo troppo crudele, reinventato dallo scrittore in un universo parallelo dove tutto è possibile. Anche parlare con i gatti, come fa Nakata, uno dei protagonisti di Umibe no Kafuka. Libro a doppia trama, racconta la storia di Kafka, un ragazzo di Tokyo che fugge nel sud del Giappone in cerca della madre, ma anche quella di Nakata, un tipo "non troppo sveglio", rimasto psicologicamente menomato da uno strano episodio avvenuto durante l'occupazione americana.
Umibe no Kafuka è una storia di destini e coincidenze, un libro che pone molte domande ma che poi dà poche risposte...
"Non è importante scoprire se i miei protagonisti trovano o meno quello che cercano, se Kafka trova la madre o no. Quello che a me interessa è il processo della ricerca, che ti fa incontrare persone che ti aiutano, anche senza motivo. Come capita a Kafka, come capita nella vita. Ricerca significa anche speranza".
E anche ricordo, memoria...
"Sì, è uno dei punti fondamentali dei miei romanzi. Se non ci fossero i ricordi, la vita sarebbe disadorna. Sono i ricordi, anche spiacevoli, a riscaldare la nostra vita. Scrivere, per me, è aprire i cassetti della memoria, dove ho riposto tante cose. Mi sono accorto che i lettori tengono chiusi quei cassetti, oppure, se provano ad aprirli, non riescono a farlo bene. Io so come fare, e, in un certo senso, li apro anche per loro".
Il titolo lascia un po' disorientati: infatti Kakfa fa pensare allo scrittore... Perché lo ha scelto?
"È venuto fuori in maniera casuale, durante una conversazione. Kafka, comunque, è uno dei miei scrittori preferiti e metterlo in relazione con il mare mi sembrava piuttosto originale. Il titolo di un romanzo è molto importante: è la prima cosa che legge il lettore, la prima con cui posso colpirlo". Kafka va in palestra, lei è un maratoneta. Che rapporto esiste tra sport e letteratura, tra il corpo e la scrittura?
"È un rapporto molto stretto. Scrivo tutti i giorni dalle quattro fino alle dieci di mattina. Durante la stesura di un romanzo non mi fermo nemmeno nel fine-settimana, e anche per un anno intero. È come fare una maratona. Infatti, in questo periodo, sto scrivendo un saggio, una sorta di riflessione personale sul rapporto tra salute fisica e mentale. Molti pensano che scrivere non significhi impegnarsi fisicamente, ma non è così. È un lavoro che richiede molte energie e regolarità, come lo sport. Di solito si pensa che l'immaginazione venga favorita da una vita sregolata: per me, invece, è l'opposto".
Quanta parte di lei c'è in quello che scrive? Come nascono i protagonisti dei suoi libri?
"Una parte di me si sovrappone a loro, però io sono un'altra persona. In un certo senso sono quello che sarei io se mi trovassi nei loro panni. Non mi devo sforzare per crearli: li aspetto e loro arrivano. Eseguo una sorta di rito: una doccia, un tè, mi rilasso e aspetto".
Lei è un appassionato di musica. Ha gestito un jazz club, il Peter Cat, e i suoi libri sono accompagnati da vere e proprie colonne sonore, pagine dedicate a pezzi e autori...
"Ascolto tantissima musica. Ho iniziato a scrivere all'improvviso, senza possedere una tecnica. Mi sono chiesto come avrei potuto fare e ho capito che per me scrivere è seguire la mia musica interiore. Il ritmo appartiene anche alla scrittura: se non c'è, il lettore non ti segue".
Uno dei personaggi del libro parla coi gatti. Lei li ama molto...
"Sono stato con loro sempre, fin da piccolo. I gatti sono un po' individualisti, e a me piace questo lato. Quand'ero giovane, e non avevo molti soldi, anzi ne avevo talmente pochi da non potermi permettere una stufa a gas, erano i gatti che mi tenevano caldo quando andavo a dormire. Ne avevamo tre e entravano nel futon con me e mia moglie. Riscaldano un sacco. Si può fare persino a meno del riscaldamento".
Ci può raccontare la storia di come ha iniziato a scrivere. Ormai è quasi una leggenda...
"Ho iniziato tardi, a 29 anni. Ho sempre letto molto, ma non avevo mai pensato di scrivere. Poi, un giorno, mentre guardavo una partita di baseball, ho sentito qualcosa investirmi dall'alto, scendere su di me. È stata un'epifania... Mi rendo conto di dire una cosa strana, ma mi sono sentito così. È la cosa più bella che mi sia successa in tutta la vita: da allora non ho più smesso di scrivere. Non ho mai avuto il blocco dello scrittore, non ho mai sentito di non poterlo fare. Semplicemente, scrivere mi rende felice".
Ha vissuto in Italia e adesso abita negli Stati Uniti. Ma perché ha lasciato il Giappone, il suo Paese?
"Mi sento e mi sono sempre sentito un outsider, qui. Per questo vent'anni fa mi sono trasferito all'estero, proprio in Italia. La società giapponese è rigida, fondata su modelli di comportamento predefiniti. Se si seguono le regole, tutto va bene, altrimenti si viene presi in giro. A me è capitato. Io volevo sentirmi libero di vivere la mia vita senza costrizioni, di scrivere quello che mi pareva quando mi pareva".
Che cosa legge? Quali sono i suoi autori preferiti?
"Adoro Dostoevskij e Kafka, naturalmente. Sono loro gli autori della mia formazione. Adesso leggo gli scrittori che traduco, Carver, Fitzgerald. Adoro la letteratura americana contemporanea, tradurre per me è un hobby: mi piace e non mi affatica. Quando non scrivo romanzi, traduco. E viceversa. Leggo una frase in inglese e inizio a chiedermi come potrei renderla altrettanto bella in giapponese: è come risolvere un'equazione matematica".
Nonostante prenda le distanze dalla società giapponese, ne ha trascritto i dolori in Underground (Einaudi), il saggio che raccoglie le testimonianze delle vittime dell'attentato alla metropolitana di Tokyo, del 1995, opera della setta Aum Shinri-kyo...
"Quell'esperienza mi ha cambiato molto. Fino a quel momento non mi ero mai interessato alla vita dei salaryman, degli impiegati che tutti i giorni prendono il treno alla stessa ora, lavorano fino a tardi, tornano a casa e il giorno dopo iniziano da capo. Non mi riconoscevo in quel conformismo. Ascoltare le testimonianze delle vittime mi ha però avvicinato a loro. Penso veramente di aver fatto bene a scrivere quel libro".
Com'è andata quando si è trovato di fronte i terroristi e il loro leader, Shoko Asahara?
"Ho intervistato i membri della Aum Shinri-kyo perché volevo capire il motivo di quel gesto. Mi sono ritrovato a parlare con degli studenti, degli intellettuali capaci di discutere in modo approfondito molti problemi. Però, per quei ragazzi tutto si ferma alla testa. Le vittime, invece, mi hanno aperto il loro cuore. Le persone che hanno aderito a quella setta si sentivano insoddisfatte, e hanno abbracciato le idee del loro leader pensando che se si univano a lui sarebbero diventati più forti. È lo stesso processo sul quale si basa oggi ogni fondamentalismo. Dopo l'11 settembre è il problema più grosso che la società contemporanea si trovi ad affrontare. Prima esistevano due blocchi opposti, il comunismo e il capitalismo. Dopo la caduta del muro di Berlino, tutti abbiamo pensato che il mondo avrebbe conosciuto un periodo di pace, e invece sono cresciuti sentimenti di odio razziale. Io ho iniziato a essere famoso proprio in quel periodo. Penso che forse, in tutto questo caos in cui il mondo si è venuto a trovare, i miei libri siano stati una strada alternativa a questa confusione".
In Giappone esiste la pena di morte e Shoko Asahara vi è stato condannato. Cosa ne pensa?
"Sono contrario. Alcuni credono che ripagare una morte con un'altra morte sia il modo più semplice e veloce per dimenticare il dolore. Ma è sbagliato. Piuttosto dovremmo riflettere sul perché si sia potuto arrivare a tanto. Ho seguito il processo e mi sono fatto l'idea che questi criminali, nonostante tutto, non siano persone malvagie. Chiunque, anche la persona più pacifica, se finisse nella trappola del fondamentalismo potrebbe fare cose che non avrebbe mai pensato di fare".
In Giappone tra i manga più venduti ci sono quelli di Ko Bunyu contro la Corea o la Cina, e tra i giovani si sta diffondendo il neonazionalismo...
"È una cosa molto pericolosa e Koizumi in questo ha una grossa responsabilità. Continua a fare le visite allo Yasukuni Jinja (il tempio del milite ignoto giapponese che raccoglie anche le spoglie di 14 criminali di guerra, ndr)... Ero negli Stati Uniti quando ho letto dei manga razzisti e mi sono arrabbiato. I miei libri sono molto letti anche in Corea e in Cina. Viceversa i drama coreani sono molto popolari in Giappone. Apparteniamo tutti alla stessa area culturale, quella asiatica. Mi chiedo perché ci sia bisogno di fare azioni che ci dividono, anziché unirci. I giapponesi devono ancora fare i conti col passato e riconoscere i propri errori. È fondamentale".
Che rapporto ha con i suoi lettori?
"Buono, infatti quando posso apro il sito e rispondo direttamente alle mail. Per uno scrittore credo sia necessario confrontarsi con i propri lettori. Per me è anche un modo per stare in contatto col mondo esterno".
Non è una vita semplice, specialmente in Giappone...
"No, infatti. In Giappone se non si fa vita sociale si è tagliati fuori. Se rifiuto gli inviti, poi mi danno dell'arrogante. Ma per me il tempo è una cosa importante, e voglio utilizzare il mio per scrivere. Non è che ogni tanto non mi piaccia divertirmi, ma quando rifiuto poi la gente mi odia. E questo mi dispiace...".
Come mai allora ci ha ricevuto?
"Me lo ha chiesto al momento giusto. Se fossi stato nel mezzo della stesura di un romanzo, non avrei accettato. Inoltre in Italia sono stato molto bene e gli italiani mi piacciono".
Grazie...Tra cento anni, cosa le piacerebbe venisse detto di lei?
"Non mi interessa. Io cerco di fare del mio meglio adesso. Io scrivo per me

martedì 11 settembre 2007

where are u from ?

insomma me ne stavo nel mio giardinetto a bermi un te` quando arriva un ragazzo che vive nel mio stesso building e si siede acconto a me. Iniziamo a chiacchierare e io gli faccio i complimenti per il suo inglese, aveva un accento forte ( avevo un sacco di difficolta` a capirlo)ma parlava veramente senza incertezze.
Io ero sicura fosse polacco. Gli chiedo da dove viene e lui mi risponde con un nome di una citta` veramente mai coperta :) io sempre piu` convita che sia polacco.
andiamo avanti a chicchierare e io giu` a fargli complimenti per il suo inglese...
alla fine ci salutiamo e lui prima di andare mi fa " Comunque ti volevo dire che se parlo cosi` bene inglese e` perche` SONO inglese.. "..... mi sotterro dalla vergogna.
Ma siccome peggio non e` mai morto, andiamo avanti cosi` e facciamoci del male :
Incontro nel corridoio un`altra vicina di casa, parla inglese senza accento e io la capisco benissimo, memore dell`altra esperienza penso "se la capisco cosi` bene, significa che non e` inglese" e, siccome sono masochista, le chiedo " da dove vieni" e lei " Beh, veramente sono inglese!"
Ho fatto un giuramento : mai piu` chiedero` a qualcuno la fatidica frase "where are u from?"

martedì 14 agosto 2007

quando il chaos regna sovrano!

Lo so che non sembra un problema complicato
ma lo e`
mi sento incasinatissima
sulle spine
agitata
nervosa
incazzata
So` che non dovrei
sono fortunata
ma oggi mi girano le balle
deve capitare tutto insieme
tutto allo stasso momento
uff!!!
scuola
interviste per il lavoro
traning e chi piu` ne ha piu` ne metta!!!!!!!!!!!!!!!!

ARGGGGGGGGGHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

giovedì 26 luglio 2007

nella road

insomma, eravamo tre italiani ( un po` come nelle barzellette), io, Paola e Filippo :
cercavamo un posto dove comprare una birretta per poi andarla a bere sul Tamigi ( cool!!) e cosa troviamo?? una via che si chiama "nella road" !!! le battute (scemissime!!!!) si sono sprecate :)
tipo la gag su chi sta suonando e il tipo risponde "Who" e quello gli ridice, si ho capito che qualcuno sta suonando, ma CHI ????
Io, Paolina e il Philippe ci siamo messi a dire frasi intelligenti del tipo :

"dove vivi ?"
"A londra, Nella Road "
"Ho capito che abiti nella road, ma quale ?"
"Nella Road"
"ho capito, nella road, ma quale road ?"
"NELLA ROAD!!!!!!!"

baciiiiiiiiiiiiiiiii
p.s. se andate infondo al Blog, trovate le foto di me, Paola e Philippe, Nella Road ;)

lunedì 9 luglio 2007

l`inghilterra...

...mi piace questo Paese, mi piace lo stile delle persone, l`educazione con cui si pongono, l`apertura verso tutto cio` che e` diverso, la forza e la determinazione con cui affrontano i problemi, vedi gli attentati : non si sono fatti intimidire, sono rimasti concentrati sui loro obbiettivi, nessuno se n`e` uscito con frasi pseudo razziste, il Ministro dell`Interno ha chiesto la cooperazione di tutti ma senza creare un clima di tenzione, ha fatto appello alla parte sana del Paese, sottolineando quanto sia importante nel mondo la cultura e la religione mussulmana. Inizio a capire la forza dell`Inghilterra, il perche` di tanto successo : c`e` una concentrazione rara da trovare, nessuno perde mai tempo in chiacchiere, tutti sanno che e` importante produrre e fare un buon lavoro, perche` questo fa bene a noi e fa bene alla societa`, le leggi e le regole non sono limiti ma forme di rispetto nei confronti di se` stessi e degli altri. E poi adoro l`ironia inglese, leggera e ricca di spirito...che dire ? mi sto innamorando di questo Paese :D

nuovo step : il lavoro

allora,
la casetta (micro ) ce l`ho, il corso di inglese ce l`ho, anche il conto in banca inglese ce l`ho, manca solo il cellulare inglese e poi iniziero` la parte difficile ( ma piu` entusiasmante ) di questa mia avventura inglese : cercare lavoro ! In questo Paese ci sono tante possibilita` e anche tanti tipi di lavori che in Italia non ci sono ( la ricchezza crea nuovi bisogni e con i nuovi bisogni arrivano anche nuovi mestieri :)). Adesso come adesso non posso puntare molto in alto - la lingua non me lo permette - ma la mia idea e` di trovare un mestiere rivendibile anche all`estero ( ho capito che sono una che ama cambiare :)) e che sia a contatto diretto con il cliente ( me so` rotta de` sta seduta ad una scrivania :)) . Qui ad esempio ci sono tante societa` che organizzano eventi, c`e` un lavoro che si chiama proprio Event Management che non sembra male, per ora e` solo un`idea ma la direzione che mi piacerebbe prendere e` questa :) besitosssssss

italiano

oggi sono un po` stanca di parlare inglese ... :P
stamattina ho parlato per quasi un`ora con un ragazzo giapponese, abbiamo confrontato le lingue occidentali ( inglese e italiano) con quella giapponese, poi ho fatto 4 ore di lezione d`inglese, sono tornata a casa e ho visto alla TV "la Signora in Giallo" ( naturalmente in inglese :)) e ora ho veramente voglia di parlare la mia lingua! Qualsiasi argomento andrebbe bene, anche il calcio, il nome della figlia di Totti, gli ultimi acquisti del Milan, Vieri che e` tornato con la Canalis, la Arcuri che si e` rimessa con Coco oppure la politica ... si!! Parlaimo della politica italiana : Bersani che forse si candida o forse no, Prodi che non sa che fare, Berluconi che straparla, Bondi che vaneggia e Rutelli che commenta tutto e tutti con quella sua faccia da schiaffi..... vabbe`, come non detto, continuo a parlare inglese ;)

sabato 23 giugno 2007

home sweet home

.. e grazie all`agente immobiliare sud africano ma con gli occhi azzurri, abbiamo trovato casa :)
e` il flat piu` piccolo del mondo, con il bagno piu` piccolo dell`universo e la cucina piu` piccola del globo, ma e` ( anzi sara`) mio :O)
si trova al centro di Londra, fermata Hammersmith, in un palazzo molto bello, avro` anche il giardino con tanto di fontana al centro!!
baci condominiali ;) Vero

lunedì 18 giugno 2007

l'agente immobiliare sud africano....

... iniziamo con dire che é piu' bianco di me, continuiamo dicendo che se forse ho trovato casa é grazie a lui... proseguiamo dicendo che ogni volta che lo vedo ho un forte problema ormonale e che il fatto che venga dal sud africa aggiunge fascino all'occhio azzurro e al capello biondo.. :)
potremmo aggiungere che c''é un certo feeling ma ci tocca concludere con il fatto che é sposato :P
baaaaaaaciiiiiiiiiiiiiii

lunedì 11 giugno 2007

le avventure non finiscono mai..

.. dato che la vita a noi non piace che sia facile, abbiamo provveduto a complicare ulteriormente questo mio inizio londinese ;)

lunedi la padrona di casa di Paola ha fatto venire gli operai per rifare il bagno, dicevano che in un girono se la sarebbero cavati e invece, a distanza di dieci giorni, stanno ancora li a trafficare...( in questo mi ricordano gli oprai italiani.. per Edo non erano operai inglesi ma polacchi ;))

ogni sera a togliere la terra dai sanitari per poter fare la doccia o una semplice pipi.. quando mi sono svegliata con la congiutivite a causa della polvere che c"era in casa, ho chiamato Elena e le ho chiesto di salvarmi la pellaccia, Elena ha deciso che la mia pellaccia andava salvata e mi sta ospitando a casa sua :)

Insomma ho due ageli custodi che mi stanno aiutando a piu non posso, che vojo de piu" dalla vita ? Un lucano ! ;)
Besos e ve vojo bbene
Vero

martedì 5 giugno 2007

quando il gioco si fa duro..

.... i duri iniziano a giocare!!
Insomma, l"inizio e" statio tosto e mo" vi racconto perche" :
arrivo a Londonfriends ( quelli che mi devono dare l"alloggio) e scopro che si tratta di un ristorante, da li" gestiscono anche le stanze... mi fanno sedere e mi offrono una matriciana e un bicchiere di vino.
Fino qui tutto ok.
Poi iniziano a dire che la mia stanza non e" ancora pronta e mi chiedono se voglio dormire in doppia per una notte.. io dico ok e loro prima mi fanno vedere la casa dove andro" a vivere ( che non era male) e poi mi portano nella casa dove avrei dovuto passare la note : entro e trovo un tipo fatto che manco Jim Morrison ai tempi dei Doors, la, invece, casa non ve la descrivo perche" so che siete persone sensibili ... ;)
Chiedo se posso alloggiare in un Hotel per una notte, mi ci portano e.. mi fanno pagare a me!!!

Mo" vi descrivo il posto :

entrata : lungo corridoio con luce al neon viola.. stile albergo a ore
bagni : al piano e in comune con peli pubici distribuiti un po" ovunque e tenda grigio topo ma che in passato era stata verde mare...
stanze : stranamente non erano male ( ma in realta" non posso dirlo perche" non c"ho dormito !! :))

Per mia fortuna la mia amica Paola era li" e mi ha offerto di andare da lei, in caso contrario non avrei saputo come fare !!!

Il giorno dopo ho chiamato LondonFriends per sapere della stanza e, non solo gli uffici erano chiusi, ma loro non erano neanche reperibili al cellulare!!

Ora sto da Paola, in attesa di sistemarmi un attimo e di trovare una stanza dove stare.

Ragazzi, e" stato difficile ma di grande insegnamento :
ho imparato che un"amica puo" sorprenderti con la sua generosita" .
ho imparato ( ma gia" lo sapevo ) che la vita e" tosta ma che, se la scelta che hai fatto e" quella giusta, riesci a risollevarti e ad andare avanti .
ho imparato che so essere flessibile ed adeguarmi alle situazioni .

Insomma, l"esperienza non e" stata inutile.

Vi voglio bene e mi mancate tanto :)
La vostra Vero

giovedì 31 maggio 2007

al ragazzo che ho baciato ieri

oggi avrei voluto dirti tante cose, ma non l'ho fatto.. pudore, rispetto per le nostre vite..
le emozioni che mi hai dato ieri sono state belle e soprattutto inaspettate, un regalo dolce e passionale, una stella che si era mai vista nel cielo.. o forse si era vista tanto tempo fa :)
la vita dovrebbe essere sempre così, un raglo che non ti aspetti e che riesci a cogliere, godendone al massimo. un abbraccio e un bacio sulle labbra, tua Colei ;)

mercoledì 30 maggio 2007

il giorno prima della partenza

insomma ci siamo.. o quasi ;)
ho ancora tantissime cose da fare, cosa portarmi,cosa lasciare.. cosa buttare e cosa tenere.. pezzi di vita a cui è difficile dare una collocazione..
tutto è importante, tutto sarebbe da portare..
ma poi quando uno cambia vita non dovrebbe lasciarsi il passato alle spalle ?
camminare finalmente leggeri, senza più il peso di vecchi dolori...

chissà. certe volte in quello che abbiamo rivediamo quello che siamo o che siamo stati... oppure dovremmo essere così bravi da sapere che tutto cò che ci serve è dentro di noi e null'altro serve.
Vero